… è iniziato nel 2014,
presso l’Associazione
Saba di Mestre, un primo
esperimento di circolo di
lettura*
completamente
dedicato alla letteratura
araba contemporanea.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Circolo di lettura:
“Leggere = Incontrare”
condotto da Ramona Ciucani
arabista e traduttrice letteraria
ramona.ciucani@gmail.com

 


 

di Ramona Ciucani

 

Perché leggere
letteratura araba?

 

(La lettura può danneggiare seriamente la tua ignoranza)

Nel 2010, invitato al Salone internazionale del Libro di Torino per gli eventi organizzati da “Lingua madre”, Abdelfattah Kilito, presentando con la traduttrice e ricercatrice M. E. Paniconi il suo saggio “Tu non parlerai la mia lingua” (Mesogea, 2010), affermava con ironico acume come per gli europei il fatto di non conoscere la letteratura araba fosse solo un peccato e non una perdita di conoscenza fondamentale. Lo scrittore marocchino, rinomato professore e critico letterario, esperto della letteratura araba classica e delle Mille e una notte, esponeva platealmente ai lettori italiani un’evidenza conclamata: nel panorama letterario mondiale la lingua e la letteratura araba sono subalterne e marginali rispetto al predominio culturale di alcune lingue/letterature occidentali.
Nonostante la storia letteraria araba possa vantare una produzione ininterrotta di quindici secoli, il lettore italiano comune, ma anche quello europeo, associa ancora la letteratura araba a poche grandi opere: il Corano, le Mille e una notte, le opere (per altro scritte in inglese) di Kahlil Jibran, i romanzi di Naguib Mahfuz e poco altro. Sicuramente esiste uno zoccolo duro di lettori esperti, affezionati e familiari con altri autori arabi contemporanei, ma è uno zoccolo minoritario rispetto al consistente numero di fan dei best-sellers occidentali.
Eppure qualcosa si muove.
Negli ultimi anni, oltre a piccoli editori, anche grandi case editrici stanno investendo nella pubblicazione di letteratura araba contemporanea, prestando particolare cura alle opere da selezionare e soprattutto alla qualità della resa traduttiva. La visibilità di questa letteratura di nicchia è aumentata grazie a traduttori professionisti e a diversi mezzi di promozione e pubblicità: dai festival (es. Festival letteratura di Mantova, Festival della letteratura mediterranea di Lucera, Festival Internazionale di Ferrara, ecc.), alle manifestazioni al Salone del libro di Torino o a Ritratti di poesia, dai blog ai reading, alle presentazioni con gli autori.

Ma cosa si intende per letteratura araba contemporanea?
Tre brevi precisazioni per aiutare il lettore italiano a identificare gli autori arabi di cui parliamo.
La prima è quella sulla provenienza geografica: per autori arabi si intendono quelli appartenenti ai ventidue stati della Lega araba (Giordania, Emirati Arabi, Bahrein, Tunisia, Algeria, Gibuti, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Somalia, Iraq, Oman, Palestina, Qatar, Comore, Kuwait, Libano, Libia, Egitto, Marocco, Mauritania, Yemen). A volte non si distingue chiaramente tra autori arabi, ebrei (es.: A. Oz, A. Yehoshua), turchi (es. E. Şafak, N. Hikmet, O. Pamuk), persiani o afgani. Rischiando di ritenere arabi, libri e autori che nulla hanno a che fare con il mondo arabo, come Il cacciatore di aquiloni o Mille splendidi soli dello scrittore americano di origine afgana Khaled Hosseini.
Seconda precisazione importante è quella sulla lingua: per autori arabi vanno intesi quelli che scrivono in arabo. Molti scrittori pur essendo di origine araba hanno scelto di scrivere in francese (es. T. Ben Jelloun, A. Djebar, M. Mokeddem, A. Maalouf, S. Majdalani,…), in inglese (S. Abulhawa), in italiano (A. Lakhous) o in tedesco (R. Schami).
L’ultima considerazione è un suggerimento: cominciare a pensare al mondo arabo e alla letteratura araba al plurale, ossia alle diverse letterature nazionali (egiziana, libanese, irakena, palestinese, siriana, tunisina, sudanese e così via) proprio come pensiamo alle varie letterature europee (francese, spagnola, polacca…). Sicuramente le tematiche, gli stili o le tipologie narrative, la lingua e alcune vicende storiche sono pan-arabe, condivise dai ventidue paesi arabi, ma le modalità di scrittura e di restituzione di questa complessità (es. le sperimentazioni linguistiche come l’uso del dialetto nazionale nei romanzi) stanno maturando e dando forma a letterature nazionali vere e proprie.

Perché leggere letteratura araba?
I motivi per cui ci si accosta alla letteratura araba contemporanea sono svariati: per semplice caso o curiosità, per interesse alle vicende politiche e storiche o agli eventi di attualità, per preparasi a un viaggio in un paese arabo, per approfondimento culturale, per studio.
Il mio intento è quello di “istigare all’empatia, all’umanità, all’immedesimazione nell’Altro, alla sovversione degli stereotipi, al ragionamento pubblico in una società democratica” per parafrasare alcune idee della filosofa americana Martha Nussbaum (Il giudizio del poeta, Feltrinelli, 1996).

Al lettore libertà di lettura!


Per approfondire: Blog dedicati alle novità letterarie arabe
Editoria araba: https://editoriaraba.wordpress.com/
Arabic Literature (in English): http://arablit.org/

Gli autori e i testi proposti nei 7 incontri del Circolo:

 

GHASSAN KANAFANI (Palestina) - UOMINI SOTTO IL SOLE
(trad. I. Camera d’Afflitto), Sellerio 1992

Il maturo Abu Qais, il giovane Asad e il ragazzo Marwàn, fuggiaschi dai campi profughi palestinesi, attraversano l’inferno del deserto iracheno rinchiusi dentro un’autocisterna vuota. Con la complicità di un autista desiderano entrare clandestinamente nel ricco Kuwait e trovare un lavoro.Pubblicato nel 1963, quindici anni dopo la fondazione dello stato d’Israele, Uomini sotto il sole rimanda ad avvenimenti di terribile attualità.

     
 

RASHID NINI (Marocco) - DIARIO DI UN CLANDESTINO
(trad. C. Albanese), Mesogea, 2011

Nel linguaggio semplice e diretto della cronaca del vissuto che non rinuncia alla lucidità, alla critica dei fatti, Diario di un clandestino parla del sud e del nord del Mediterraneo, parla dello stereotipo del mitico eldorado europeo, ancora vivo nei migranti, ma anche delle classi dirigenti, della politica marocchina e del miscuglio di orientalismo e pregiudizi razzisti della  ‘democratica’ Fortezza Europa.

     
 

RABEE JABER (Libano) - COME FILI DI SETA
(trad. E. Bartuli), Feltrinelli, 2011

“Marta chi è? Questa donnina minuta, braccata ad ogni passo da occhi che traboccano di desiderio; questa donna che per cercare suo marito ha attraversato l’attraversabile, che da Btater, in Monte Libano, è arrivata fino a New York, in America; questa donna ignara del fatto che lui l’ha già lasciata e adesso vive con un’altra in un posto che si chiama New Orleans; questa donna con il viso tondo, gli occhi grandi, morbidi capelli neri e dita sottili che ti avviluppano il cuore come fili di seta; questa donna, questa Marta chi è?”

     
 

SINAN ANTOON (Iraq) - RAPSODIA IRACHENA
(trad. R. Ciucani), Feltrinelli, 2010

Il giovane protagonista, Furat, rievoca l’incubo delle carceri di Saddam Hussein e, in parallelo, la sua vita quotidiana prima dell’arresto: l’adolescenza, la famiglia, l’università, la dittatura, la guerra Iraq-Iran, le partite di calcio allo stadio, i primi amori. Ne risulta l’immagine di un Iraq dove il regime, così simile al nostro fascismo, era ovunque, nella vita pubblica come in quella privata.

     
 

WACINY LAREJ (Algeria) - DON CHISCIOTTE AD ALGERI
(trad. W. Dahmash), Mesogea 1999

Un giornalista spagnolo, discendente di Cervantes e soprannominato per il suo aspetto Don Chisciotte, sulle orme del proprio antenato, arriva ad Algeri nel 1995 e qui si rivolge al funzionario del Ministero della Cultura. Nelle avventure che li coinvolgeranno i due si misureranno con la dura realtà della città e intrecceranno i loro sogni con il mito e con la storia. Una vicenda avvincente raccontata con la poesia di chi ha nella penna e nel sangue l’amore per Algeri e un’ascendenza mora, qui resi per la prima volta in lingua italiana.

     
 

HODA BARAKAT (Libano) - L’UOMO CHE ARAVA LE ACQUE
(trad. S. Pagani), Ponte alle Grazie, 2003 [FUORI COMMERCIO]

Niqula è il discendente di ricchi commercianti di tessuti libanesi. Nel centro di una Beirut distrutta dalla guerra civile egli si nasconde nel sotterraneo miracolosamente sopravvissuto ai carri armati, in cui suo padre teneva in deposito le stoffe preziose. Indifferente all’eco dei vicini combattimenti, Niqula dorme avvolto in tessuti sontuosi. Tra le rovine già invase dalla vegetazione vive esperienze allucinatorie, dove la sua vicenda privata si intreccia con quella della città.